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Sovrappeso e obesità: le cause psicologiche

da | Mar 5, 2023 | Sovrappeso e obesità

Le cause psicologiche svolgono un ruolo importante nell’insorgenza e nel mantenimento del sovrappeso e dell’obesità.

Un abuso, un trauma, relazioni disfunzionali di attaccamento alle figure genitoriali che portano a sviluppare pensieri negativi su di sé, una bassa autostima, una difficoltà nella regolazione delle emozioni, possono trasformarsi in condizioni come ansia, depressione e persino un disturbo alimentare. Questo spesso porta a fame emotiva, scarsa cura di sé e scarso interesse per l’esercizio fisico regolare.

Bassa autostima e vergogna

Un bambino che subisce abusi, abbandono, rifiuto o mancanza di contatto nutritivo dovrà affrontare emozioni intollerabili che non ha modo di risolvere.
Per mantenere il contatto con il genitore, di cui il bambino ha bisogno per sopravvivere nel mondo, accetterà spesso la colpa per quello che è successo.
La rabbia che si prova viene diretta all’interno e inizia a credere di essere cattivo. I sentimenti di rabbia, tristezza, cattiveria e paura si combinano in un profondo sentimento di vergogna. Con questo arriva un senso di inutilità.
La convinzione di essere cattivo e senza valore lo porterà a ricercare inconsciamente situazioni nella vita per confermare e rafforzare questa idea di sé sviluppata nella prima infanzia.
L’adulto obeso instaurerà relazioni distruttive in cui continua a vergognarsi. La paura del conflitto e la convinzione di essere da biasimare si traducono nella remissività al partner.
Il ciclo di bassa autostima e vergogna continua e il cibo viene nuovamente utilizzato per calmare. L’obesità può anche essere vista come un modo per dire al mondo “Non valgo niente, stai lontano, perché sono cattivo”.

Trascuratezza

In alcune famiglie i genitori sono impegnati con il lavoro o mancano di adeguate capacità genitoriali, o fanno fatica a far fronte a pochi soldi e a una famiglia numerosa. Il risultato può spesso sembrare un senso di trascuratezza abbandono per un bambino. Non vengono visti né ascoltati, le loro difficoltà emotive non vengono comprese e rimangono con una fame psicologica di attenzione.
Il loro vuoto per l’amore, il riconoscimento e l’accettazione è riempito di cibo. La ferita subita e questo rifiuto si traducono nel bisogno di compiacere gli altri e di essere perfetti. Questo è il modo in cui un bambino tenterà di soddisfare i propri bisogni e di mantenere una relazione con i propri caregiver.
Da grande, un individuo obeso può essere una persona performante e un perfezionista al lavoro con la tendenza a mettere i bisogni degli altri prima dei propri. I suoi bisogni non sono ancora soddisfatti e il cibo continua a riempire il vuoto che sente dentro.

Controllo e ribellione

Per sostenere il sano sviluppo di un bambino è importante un equilibrio tra disciplina, guida e nutrimento da parte del genitore. Quando c’è troppa disciplina e controllo, che si manifestano con regole rigide e inflessibili, il bambino per un certo periodo si adatta e fa ciò che gli viene detto, ma alla fine esplode e si ribella alla figura autoritaria.
Impara a ribellarsi in tenera età attraverso il cibo e questa è una parte normale dello sviluppo. Il mangiare schizzinoso e il rifiuto di mangiare certi cibi sono modi per comunicare la propria frustrazione. Crescendo in questo tipo di ambiente il bambino diventerà un adolescente che soffocato da infinite regole, userà il cibo come calmante emotivo e allo stesso tempo come strumento di sfida che lo farà sentire forte.
Inizia così ad ingrassare e ad essere sgridato per il modo in cui mangia e per il suo aspetto. Spesso il genitore si rivolge a lui con frasi denigratorie tipo: “sei grasso”, “sei inutile” ecc.
Quell’adolescente diventerà un adulto obeso che avrà interiorizzato la voce critica della figura genitoriale e le rigide regole della sua educazione. Così i tentativi di seguire diete rigide vengono presto interrotti, poiché il bambino interiore ha imparato a ribellarsi alle regole rigide.

Un dialogo interiore di critica feroce fa sentire l’individuo obeso inutile e patetico.
Il cibo diventa l’unico modo per lenire il dolore, come ha imparato a fare da bambino.

Abuso

L’abuso su un minore può presentarsi in diverse forme: sessuale, fisico, psicologico ed emotivo. Quando c’è un abuso da parte di una figura adulta, un bambino tenterà di far fronte alla situazione e lenire il suo caos emotivo. Userà Il cibo perchè genera associazioni positive, ha un buon sapore ed è visto come un piacere.
Imparerà ad usare il cibo per intorpidire il dolore e tagliare fuori o sopprimere le emozioni. Da grande utilizzerà ancora il cibo per lenire emozioni difficili causate da relazioni disfunzionali, che sono un’eco di quanto vissuto nella precedente relazione violenta.
L’obesità e una fisicità importante possono così diventare una barriera protettiva nei confronti delle attenzioni e degli sguardi non desiderati. Mangiare rimane un malsano meccanismo di coping per affrontare sentimenti vissuti come travolgenti.

Trauma

Quando ci troviamo di fronte a un evento traumatico, l’esplosione iniziale di shock è aggravata da uno tsunami di emozioni caotiche. La morte, lo stupro, un incidente, il licenziamento o il deterioramento della salute sono eventi della vita che ci destabilizzano.
Se usiamo già il cibo come conforto, allora nei momenti di trauma e shock possiamo facilmente appoggiarci a un meccanismo noto che ci fa sentire meglio.
Un individuo obeso potrebbe non essere stato in grado di elaborare il suo dolore. Più a lungo sopprime i suoi sentimenti, più si sentirà travolto da una valanga di emozioni se inizia ad affrontare il suo vissuto. Il cibo diventa così un elemento che lo distrae e un calmante, spesso provocando sentimenti di colpa e vergogna per il mangiare, lasciando irrisolta l’esperienza traumatica.

Immagine corporea negativa

Le prime esperienze del nostro corpo ci accompagnano nel corso del tempo e influenzano il modo in cui ci vediamo nel mondo.
Le critiche da parte dei genitori sul peso, le prese in giro da parte dei compagni di scuola e i momenti in cui un bambino si sente umiliato e imbarazzato per la propria taglia, alimentano un’immagine corporea malsana e distruttiva.
La convinzione di essere grasso, brutto e poco attraente rimane fino all’età adulta. A questo si associa un’idea di non amabilità a cause del proprio aspetto.
Futili tentativi di dieta e perdita di peso non corrispondono alla convinzione sottostante di essere grassi, il che spesso si traduce in abbuffate e auto-sabotaggio.
L’obesità può diventare un’etichetta che definisce e conferma l’identità personale e per alcuni fornisce protezione e una barriera dalle relazioni e dal mondo.
Perdere peso sfida tutto questo e anche se una persona obesa può avere un enorme elenco di motivi positivi per perdere peso, forze più profonde potrebbero ostacolare ciò che desiderano di più.

Copioni familiari

Ogni famiglia ha il proprio modello comportamentale e culturale riguardo al mangiare. Sin da bambini apprendiamo nell’ambiente in cui cresciamo un sistema di credenze e rituali intorno al cibo che portiamo avanti nell’età adulta. Esso diventa il nostro modello inconscio rispetto al modo di alimentarci, alle scelte e alla quantità di cibo e agli orari dei pasti.

Per tante persone l’esempio familiare rappresenta una guida utile per uno stile di vita e alimentare sano, ma per molti individui oggi obesi le abitudini apprese sono state tossiche e dannose. Essi agiscono automaticamente quei comportamenti, poiché così sono abituati. Si sentono intrappolati e incapaci di cambiare qualcosa di così radicato e la strada più semplice, anche se la più disfunzionale, è continuare a mangiare come hanno sempre fatto.

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