PSICOLOGA PER FAME EMOTIVA OSTIA
COS’E’ LA FAME EMOTIVA?
La fame emotiva anche chiamata “emotional eating”, è un mangiare messo in atto in risposta ad un’esperienza emotiva, piuttosto che ai segnali fisiologici della fame.
Il mangiare emotivo è un tipo di risposta non necessariamente negativa. In termini evolutivi il cibo ha giocato un ruolo importante nello stabilire legami sociali e generalmente non è motivo di preoccupazione. La prima associazione tra cibo ed emozioni positive risale ai primi giorni di vita, quando la madre offre il latte per calmare il pianto del bambino. Il sollievo dalla fame, provoca delle emozioni positive che facilitano il legame di attaccamento.
La fame emotiva diventa un problema quando rappresenta l’unico modo per affrontare i fattori di stress o le emozioni spiacevoli. Il cibo assunto in queste situazioni è calorico, ricco in zuccheri e grassi e alla temporanea sensazione di sollievo seguono sensi di colpa per il tipo e la quantità di cibo consumato. Questi profondi sentimenti di vergogna e di imbarazzo portano a disperazione e umore basso, che possono innescare ulteriori episodi di fame emotiva. Ciò fa sì che le persone rimangano intrappolate in un circolo vizioso, che porta a mangiare di più per affrontare queste emozioni insopportabili.
I SINTOMI DELLA DI FAME EMOTIVA
Leggi le seguenti affermazioni e, se ti riconosci in almeno sei di esse, puoi avere un problema di fame nervosa :
- Quando sono sotto “stress”, cerco cibi particolarmente dolci o grassi (caramelle, merendine)
- Spesso mi sento in colpa e/o mi vergogno dopo aver mangiato
- Spesso mi capita di pensare di non avere “controllo” sul cibo
- Quando ho avuto una giornata “faticosa”, mi capita spesso di utilizzare il cibo come premio/ricompensa al mio impegno
- Mi capita di mangiare di più quando sono stressato
- Mi capita di mangiare anche quando non sono affamato
- Non riesco a smettere di mangiare anche quando mi sento pieno
- Mangiare mi aiuta a sentirmi meglio quando sono nervoso
- Se sono triste, arrabbiato, annoiato, ansioso mangiare mi fa sentire meglio
- Il cibo per me è un amico che mi conforta nei momenti difficili
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LE CAUSE DELLA FAME EMOTIVA
Ci sono una serie di fattori che possono causare e mantenere un’alimentazione emotiva. Scopriamoli insieme:
Emozioni
Mangiare può temporaneamente “mettere a tacere” emozioni come rabbia, tristezza, ansia, solitudine. Perché? L’ansia provoca delle contrazioni allo stomaco che possono essere scambiate per fame. La rabbia fa contrarre molti gruppi muscolari, tra i quali, quelli mascellari. Mangiare cibi “croccanti” aiuta a decontrarre quella parte di muscoli che rimangono irrigiditi. Quando siamo tristi i livelli del neurotrasmettitore della serotonina si abbassano e ingerire cibi dolci, aiuta a ripristinare la quantità richiesta dal nostro organismo. Il mangiare automatico, può anche essere condizionato da emozioni positive (un festeggiamento, uno stato di rilassamento, un evento felice, un premio per essere stato in grado di raggiungere un obiettivo).
Sentimenti di noia e vuoto
Può accadere che la noia porti a cercare stimoli nuovi e, in questo caso, ci serviamo del senso del gusto. Se invece si sperimentano sentimenti di vuoto, il modo più semplice e automatico per evitare questa sensazione è quello di “riempire” il nostro stomaco. Mangiare crea sensazioni di eccitamento, benessere e conforto. Si instaura così un’ abitudine cognitiva, emotiva e comportamentale.
Stress
Situazioni di stress psicologico, ansia o depressione, causano l’innalzamento dei livelli del cortisolo nel sangue. La presenza elevata di questa sostanza comunica al nostro organismo che ci stiamo preparando ad uno sforzo e questo porta alla ricerca di cibi calorici per rifornirci delle energie necessarie. La sensazione aumentata della fame, l’accumulo di grasso e gli effetti negativi sul corpo e sul metabolismo per effetto del cortisolo portano ad un aumento del peso.
Abitudini acquisite nell’infanzia
Le associazioni, convinzioni e decisioni riguardo al cibo e al mangiare hanno forti legami con la nostra infanzia. Le nostre abitudini alimentari si sviluppano a partire dall’osservazione e dall’interazione con persone significative nel nostro ambiente familiare. Usare ad esempio il cibo come premio/gratificazione per alcuni comportamenti (“Se fai il bravo, mamma ti compra il gelato”) può creare un copione con il cibo che accompagna l’individuo lungo tutto il percorso di crescita.
Condizionamento sociale ed ambientale
Mangiare insieme ad altre persone è piacevole e può creare un condizionamento rispetto alla quantità di cibo che si vorrebbe o dovrebbe mangiare. Molti sapori diversi azzerano il senso di sazietà e aumentano la sensazione di fame. Si introducono in questo modo calorie in eccesso. Infine, nonostante ci si senta sazi, può diventare difficile dire di no quando altre persone invitano ad assaggiare questa cosa o quell’altra.
DIFFERENZA TRA FAME EMOTIVA E DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCRONTROLLATA
Abbiamo visto come mangiare cibi gustosi è piacevole e ha l’effetto di sedare stati d’animo difficili da sostenere. A differenza della fame emotiva, nel Disturbo da alimentazione incontrollata anche chiamato Binge Eating Disorder (BED), il soggetto in risposta a esperienze emotive negative mette in atto un comportamento compulsivo con lo scopo specifico di abbuffarsi. Nel disturbo da alimentazione incontrollata gli episodi di alimentazione vedono il consumo di una quantità consistente di cibo (fino a 2000 kcal) in un tempo breve con la perdita di controllo. Il conforto emotivo sperimentato nello stato iniziale dell’abbuffata è di breve durata ed è seguito da malessere sia fisico (gonfiore e nausea) e psicologico (senso di colpa e vergona). Questo comportamento alimentare disfunzionale reiterato nel tempo porta all’insorgenza dell’obesità.
TRATTAMENTO PSICOLOGICO DELLA FAME EMOTIVA
A tutti può capitare di vivere episodi di alimentazione emotiva. Se senti però che stanno accadendo troppo spesso, che hai perso il controllo sulla tua alimentazione e che questo ha ripercussioni sul tuo benessere psico-fisico, è il momento di chiedere aiuto.
Molte persone cercano di risolvere questo problema attraverso la dieta, senza successo. Questo perché il problema non è il cibo, ma imparare a regolare le emozioni sottostanti.
Attraverso un percorso di consulenza alimentare ti aiuto a comprendere quali sono le situazioni che ti spingono a cercare nel “comfort food” un modo per ridurre l’emozione negativa, quali sono i processi e i fattori coinvolti e a trovare una diversa modalità per gestirle.
Ti aiuto a modificare gli schemi, le associazioni con il cibo e a costruire un nuovo sistema di regolazione delle tue emozioni lontano dal cibo, in cui puoi sintonizzarti, riconoscere, elaborare e lasciar andare le tue emozioni in un modo salutare per la tua mente e il tuo corpo.
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